Il tarallo”nzogna e pepe”è un biscotto tipico di Napoli!Uno street food unico,per la sua friabilità,dal gusto intenso di pepe e mandorle;da gustare beatamente ai vari chioschetti,sul lungomare di Mergellina;tra una birra gelata,quattro chiacchiere ed una vista sul Vesuvio commovente.E se li gusti ancora caldi,allora davvero bisogna munirsi di fazzoletto:le lacrime scivoleranno senza impedimenti.Si,è una pura goduria,a cui è impossibile resistere e se resisti,sei da pigliare a botte
La ricetta perfetta l’ho trovata da lei,Elisa,bravissima foodblogger,con una gran passione per la cucina della tradizione ma con una fantasia eccezionale(anche il pesce,riesce a far parlare).Tutte le sue ricette sono una garanzia,lei si definisce una pignola(lo è),quindi l’ho rifatta a colpo sicuro e infatti,ho assaggiato il tarallo che conosco:friabile,intenso,saporito,croccante e tanto profumato.Con il giusto sapore di sugna, che gli conferisce quella tipica consistenza sfogliata,ma per nulla invasivo.Insomma munitevi della sugna giusta e adoperatevi a “tarallare”
Non ho cambiato una virgola della sua ricetta e vi faccio una raccomandazione:non fatelo neanche voi;vi garantisco insieme a lei,l’ottima riuscita.Gusterete a casa vostra il vero Tarallo ‘nzogna e pepe,nonostante non vi sia un mare in cui perdersi,ma con un pò di fantasia,vi sembrerà di essere stese al sole con pure Richard Gere al vostro fianco…La birra mi raccomando bevetela dopo,altrimenti vostro marito vi sorprenderà a baciare il muro 😀
Tarallo 'nzogna e pepe (sugna e pepe)
Ingredienti
Per la biga
- 80 g farina manitoba
- 7 g lievito di birra fresco
- 60 g acqua
Per l'impasto finale
- 230 g farina 00
- 150 g strutto
- 200 g mandorle con pellicina e tritate grossolanamente
- 10 g sale
- 4 g pepe nero
- 3 g ìzucchero
- 100 g acqua
Istruzioni
- Procedimento biga Preparare questo impasto 12 ore prima dell’impasto definitivo ( impastando la sera la biga, si può fare l’impasto il giorno dopo). In una ciotola versare l’acqua a temperatura ambiente, sciogliervi il lievito e unire la farina; impastare per poco ( si avrà un impasto un pò appicicoso ) e coprire con pellicola ben sigillata o con il coperchio della ciotola
- Procedimento impasto definitivo In una ciotola versare la farina e mettere al centro la biga, lo strutto, pepe, zucchero, sale, acqua e le mandorle impastare dal centro amalgamando bene gli ingredienti alla biga; tirare verso il centro dell’impasto tutta la farina fino a che si formerà un panetto ( non deve essere lavorato eccessivamente, pena la gommosità dell’impasto lasciar lievitare il panetto per circa un’ora, coperto a campana (o con pellicola)
- Trascorso il tempo, ritagliare dall’impasto tanti pezzetti che ridurremo a bastoncini larghi un dito e lunghi una ventina di cm; intrecciarli a due a due e chiudere a ciambella. mettere a lievitare nelle teglie coperte di carta forno, distanziandole; proseguire così fino al termine dell’impasto; far lievitare in luogo caldo fino al raddoppio del volume ( non cresceranno molto ) infornare in forno ventilato a 180º per i primi 10 min e proseguire per altri 35/40 min a 160°
Note
Alla prossima delizia tutta ricottosa…siamo a Pasqua no?Su su,tutte ad impastare 😉
34 comments
Ciao Damiana, vorrei provare a fare questi taralli, ma non ho la sugna che voi dite di usare. Posso comprare lo strutto al supermercato, può andar bene, oppure consigliami una marca in particolare che tu pensi sia almeno la migliore. Ti ringrazio anticipatamente. Maria.
Si Maria va benissimo,alla fine tra strutto e sugna la differenza è poca, è comunque un grasso del maiale.Diffida solo di quelle più economiche e vai tranquilla ?un bacio e buon impasto?
adoro questo tarallo è da quando l’ho visto che volevo passare a complimentarmi ed eccomi qui, brava è perfetto! Un abbraccio
Ma grazie Serena??
Questa tuu dichiarazione d’amore per i taralli trasuda amore sconfinato per Napoli: solo questo è un motivo sufficiente per farli. Ciao bella donna !
La amo,quanto è vero.Ciao pasticcera bella???
E siccome non voglio essere presa a cazzotti hahahahah vorrei provare a farli 😛 mi sembra già di sentirne il profumo poi io amo queste cose da “terronazzi” belle saporite e succulente 🙂
Ros ti ordino di farli,sennò son cazzotti?
agli ordini capo hahahahhahahah
Ridooooooooo e apprezzo 🙂
E complimenti anche ad Elisa
Son felice??
Macché belli e che squisiti saranno, da come li hai descritti la salivazione ha fatto un’impennata ??? giuro! Allora il mare c’è l’ho, il vulcano anche ma mancano i taralli… li porti tu? Ti aspetto a braccia aperte ??❤️
Arrivo dici all’Etna di star tranquillo ??
Vabbè, da pigliare a botte…mi hai fatto scompisciarsi micuzz, da quando sei diventata così manesca ahahahahahah…vabbè visto che ho paura di un cazzotto, non resisterò assolutamente….mandamene qui una quintalata va….baciiiii
Nessun cazzotto,solo abbracci e taralli?
Sono in estasi al solo pensiero di addentare una di queste meraviglie! Ho ancora impresso il ricordo dei taralli assaggiati al raduno a Terni l’anno scorso…Li adoro Damiana! Bravissima, come sempre ?
Un abbraccio,
Mary
Li adoriamo tutti.mi sa?
Ciao Damiana pensavo fossero più difficili da fare, quasi quasi mi cimento sono troppo belli! Complimenti il tuo racconto è fantastico! Un abbraccio ?
Marianna buttati che son taralli?
Ne vado matta, quando vado a Napoli ne compro a chili.
Grazie per la ricetta.
Ahah ne ero certa??
A casa mia abbiamo chili di strutto buonissimo fato da mio zio quando ammazza il maiale e non sappiamo mai come farlo fuori a parte fare piadina come se non ci fosse un domani. Ora ho un’altra ricetta da fare mille volte come se non ci fosse un domani. Avrei detto che fossero più buoni da freddi ma mi fido, se dici che tiepidi sono la morte sua, allora tiepidi sia!
Pure lo strutto fatto dallo zio,tutte le fortune tu.Munisciti allora di birra ghiacciata e taralla,vedrai che bontà ?
Che buoni che sono! Io preparo sempre dei taralli col finocchietto selvatico, questi mancano alla lista! E siccome mi fido ciecamente della tua ricetta la salvo! ☺️ Un abbraccio Dami
Salva Melania,li adorerai?
ecco, io da toscana che non ha mai assaggiato i taralli ‘veri’ vorrei tanto avere uno di questi tuoi da sgranocchiare! penso di non poter nemmeno immaginare quanto siano golosi!
Più della tua immaginazione ?
Mamma mia questi mi tocca farli per la mia estetista … me li chiede sempre. Gli ho detto che non li ho mai fatti. Pensa che è stata a Napoli e me ne ha portato un sacchetto, sperando glieli replicassi. Ora tu capisci che, visto che ho davanti la ricette, non posso evitare di farglieli, pooooorella! Poi va beh … se mi dici che appare pure Richard … Sono una meraviglia tesò, come te. ♥
Richard è sicuro, però contieniti?Un’estetista golosa se la meritano tutti,accontentala Ricciolo’?
li adoroooooooooooo!!!!! amo la cucina partenopea, così simile a quella siciliana (il Regno delle Due Sicilie) e spesso “copio” qualche ricetta. Anch’io li preparo , con grande successo di pubblico. Li amo e li replico volentieri. Proverò anche questa ricetta. Bravissima mia cara!!
Ed io amo quella siciliana,concreta e ricca quanto quella napoletana.Quindi più taralli per tutti?
Damiana! Al Richard Gere, mi hai fatto morire! ? Grazie per le tue belle parole e se essere pignola significa avere tutti questi complimenti! Comunque mai avuto dubbi che ti venissero uno spettacolo! Grande! Un abbraccio cara ??
Ancora grazie a te,mi hai estasiato?